Caprera e gli Spiriti del Vento: Storie, Natura e Magia di un’Isola Incantata
C’è qualcosa di magico in Sardegna, un’energia antica che pervade ogni angolo di questa terra, dai monti della Barbagia alle spiagge cristalline delle isole dell’arcipelago di La Maddalena. È un’energia che non sfugge agli occhi di chi è capace di fermarsi, osservare, e ascoltare il richiamo silenzioso di una natura viva e potente. Così è stato quando la nostra carissima amica dalla Basilicata è venuta a trovarci, pronta a lasciarsi stupire ancora una volta dalla Sardegna.

Il viaggio verso Caprera: tra traghetti e ponti sospesi sul mare
Il 2 gennaio, complice una giornata di sole luminoso e cielo terso, abbiamo deciso di portarla a Caprera, una delle perle dell’arcipelago di La Maddalena. Il viaggio è iniziato da Cannigione, attraversando Palau in macchina, fino al traghetto per La Maddalena. Da lì, un ponte quasi invisibile ci ha condotti a Caprera, l’isola più selvaggia e autentica dell’arcipelago, un luogo sospeso tra mito e realtà.
Jona, come sempre, era entusiasta. Lo vedevamo correre avanti, indicare, raccontare a modo suo. Per lui, ogni luogo è un nuovo mondo da esplorare e condividere, con quella purezza che solo i bambini hanno.






Caprera: natura, storia e leggende
Caprera non è solo mare e spiagge da sogno, ma anche un’isola ricca di storia e leggende. Qui visse e morì Giuseppe Garibaldi, il “Padre della Patria Italia”, che scelse Caprera come rifugio per i suoi ultimi anni. La sua casa bianca, oggi il Museo di Garibaldi, si erge tra i pini e i ginepri, simbolo di un uomo che trovò pace tra queste terre selvagge.
Ma Caprera custodisce anche leggende meno note, legate alla sua natura incontaminata e alla sua posizione isolata. Gli antichi pastori sardi raccontavano storie di “spiriti del vento”, entità che si diceva proteggessero l’isola e la sua fauna, dai gabbiani ai rari falchi pellegrini che sorvolano queste scogliere.
Alcuni credono che il nome stesso “Caprera” derivi dalla presenza, in tempi antichi, di capre selvatiche che abitavano l’isola, considerate dagli abitanti un simbolo di resilienza e libertà.






Esplorando le meraviglie di Caprera
L’isola si presenta come un luogo fuori dal tempo. Abbiamo percorso sentieri naturalistici che si inoltravano tra pini,mirti e macchia gallurese, per raggiungere alcune delle sue spiagge più iconiche, come Cala Portese e la Spiaggia del Relitto. Cala Portese ci ha accolti con sabbia finissima e acque trasparenti, mentre la Spiaggia del Relitto deve il suo nome ai resti di un’antica nave di legno, oggi quasi completamente sommersa dalle onde e dalla vegetazione marina, un frammento di storia che sembra sussurrare storie dimenticate.
Lungo i sentieri e in spiaggia, abbiamo incontrato una sorprendente varietà di persone: famiglie, coppie, gruppi di amici, chi in tenuta sportiva, chi elegantemente vestito, tutti accomunati da una sensazione di quiete e meraviglia.
Jona, con il suo spirito libero e curioso, esplorava ogni angolo, raccoglieva legnetti, inventava giochi con i sassi e osservava con attenzione ogni nuovo arrivo sulla spiaggia. La sua gioia di vivere rendeva ogni momento ancora più speciale.






Un luogo senza tempo e senza spazio
Caprera non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere. Qui il tempo sembra fermarsi, la modernità si dissolve e resta solo la connessione autentica con la natura, con gli altri e con sé stessi. È questo che rende Caprera un luogo così speciale, non solo per noi, ma per chiunque abbia la fortuna di calpestarne i sentieri.






Fonti consultate:
• Sardegna Turismo (www.sardegnaturismo.it)
• Archivio storico delle leggende sarde
• Materiali del Museo di Garibaldi di Caprera



